Oggi sono in compagnia di Gaetano Petrocelli, Head of Wealth Planning Insurance di Julius Baer, per parlare di come far durare il patrimonio, sia che si vada in pensione in patria che all’estero. Gaetano, sono felice di averla in studio oggi. Grazie per essere venuto. Innanzitutto, può dirci in cosa consiste il suo ruolo in Julius Baer?

Gaetano: Quale membro dell’unità di pianificazione patrimoniale, assistiamo i clienti e le loro famiglie lungo tutto il loro ciclo di vita in termini di accumulazione, conservazione e trasferimento del patrimonio alla generazione successiva. Forniamo una consulenza olistica finalizzata alla conservazione del patrimonio, alla successione e alla pianificazione della liquidità. Assistiamo i clienti fornendo consulenza al di là degli investimenti. Insieme al mio team, ci concentriamo sulla pianificazione della successione e della liquidità, sulla pensione e sulla sostituzione del reddito.

Visto che oggi parliamo di pensionamento, potrebbe fornire agli ascoltatori una breve spiegazione in merito?

Gaetano: Ci proverò. È un argomento molto vasto. Naturalmente, sono molti gli eventi che segnano l’inizio di una nuova fase nella vita di una persona. Si pensi al matrimonio, al primo lavoro, al raggiungimento dell’indipendenza economica, alla creazione di una famiglia e così via. Tutte queste fasi determinano esigenze e priorità diverse, oltre a richiedere un adeguamento degli investimenti. Il pensionamento è la fase della vita in cui si sceglie o si è costretti a lasciare la forza lavoro e a vivere con altre fonti di reddito, come la pensione del datore di lavoro e i risparmi personali. È un momento in cui il lavoro attivo non è necessario.

Le fasi della vita che ha elencato, tra cui la pensione, possono destare varie sensazioni. Dal punto di vista umano, percepisce mai una certa esitazione da parte dei clienti ad affrontare il tema della pensione? Ha mai incontrato un certa resistenza nel fare un passo indietro o nel pianificare il futuro?

Gaetano: Sì, certo. Non esiste una risposta comune a questa domanda, ma diverse sfumature. È difficile individuare fattori umani comuni. Ognuno agisce in modo diverso e talvolta l’età o il background culturale possono influenzare l’atteggiamento nei confronti della pensione. Una cosa però è chiara: alle persone piace pensare di godersi finalmente la vita durante la pensione, dedicandosi ad attività che le rendono felici, piuttosto che concentrarsi sulla pianificazione previdenziale.

Interessante come punti di vista. Quali sono i fattori comuni da considerare per una buona pianificazione previdenziale?

Gaetano: Esistono alcuni fattori comuni da considerare nella pianificazione previdenziale. Tra questi figurano l’orizzonte temporale, le esigenze di liquidità e le passività, tra cui le imposte. Più lungo è l’orizzonte temporale d’investimento, maggiore è il rischio che si può assumere nella strategia di investimento. Con l’avvicinarsi del pensionamento, l’orizzonte temporale d’investimento si riduce, portando a uno spostamento verso le strategie finalizzate al reddito. Anche la longevità è importante, dato che l’aspettativa di vita è aumentata a livello globale. È fondamentale prevedere l’impatto dell’inflazione, delle rate del mutuo, delle spese mediche, del desiderio di viaggiare e degli hobby. Anche eventi imprevisti come le pandemie possono influire sulla pianificazione previdenziale. Occorre tenere conto delle passività, tra cui le imposte, che possono influire sia sul reddito da pensione sia sul patrimonio trasferito alla generazione successiva.

Quali sono quindi i fattori chiave che le persone, in particolare i cosiddetti «high net worth individual» (HNWI), dovrebbero prendere in considerazione nel pianificare la pensione data la natura globale che si osserva in molte famiglie al giorno d’oggi?

Gaetano: In caso di HNWI entrano in gioco ulteriori fattori. Il trasferimento e la mobilità globale possono complicare la pianificazione previdenziale, dati i diversi sistemi fiscali e costi della vita. Gli HNWI hanno spesso altre fonti di reddito oltre allo stipendio, come aziende e investimenti, il che rende più difficile il pensionamento completo. Strutture familiari complesse, tra cui divorzi, vari matrimoni e figli da matrimoni diversi che vivono in più Paesi, complicano ulteriormente la pianificazione previdenziale. Inoltre, gli investimenti e gli attivi possono essere distribuiti in vari Paesi, il che richiede un’attenta considerazione nella pianificazione previdenziale.

Ci sono molte cose da considerare. Quali sono quindi i modi più comuni per ottimizzare i piani di pensionamento?

Gaetano: Innanzitutto, è importante riconoscere che i piani statali e del datore di lavoro possono non essere sufficienti per la pianificazione previdenziale. A seconda di fattori quali il domicilio, l’età, la situazione familiare e i piani target, i clienti privati potrebbero avere bisogno di ulteriori soluzioni personalizzate. I prodotti che offrono reddito passivo, liquidità, crescita stabile e protezione dalla longevità sono fondamentali. Si dovrebbe anche prendere in considerazione la pianificazione dell’eredità per garantire la corretta conservazione del patrimonio e il suo trasferimento alla generazione successiva.

Sicuramente alcuni ascoltatori si chiederanno cosa c’entra l’assicurazione e quale sia il collegamento. Che ruolo può avere l’assicurazione nella pianificazione previdenziale?

Gaetano: L’assicurazione sulla vita può svolgere un ruolo importante nella pianificazione previdenziale, soprattutto perché i governi incentivano il risparmio privato attraverso sgravi e detrazioni fiscali. L’assicurazione sulla vita può combinare elementi di pianificazione previdenziale, come l’accesso alla liquidità, con la pianificazione dell’eredità, facilitando il trasferimento efficiente del patrimonio alla generazione successiva. I nostri colleghi del team di ricerca Julius Baer Next Generation hanno fornito interessanti spunti di riflessione sull’utilizzo dell’assicurazione sulla vita nella pianificazione previdenziale.

Quali strategie di reddito pensionistico possono garantire una fonte di fondi stabile e sostenibile? Potrebbe indicare uno o due esempi di strategie vincenti che avete messo in atto in passato e a cui gli ascoltatori potrebbero fare riferimento?

Gaetano: Esistono diverse strategie di reddito pensionistico che possono garantire una fonte di fondi stabile e sostenibile. Un esempio è l’approccio del portafoglio bilanciato, che combina diverse classi d’investimento per gestire il rischio e generare reddito. Questo approccio mira a fornire sia crescita che reddito per soddisfare le esigenze pensionistiche. Un altro esempio è l’uso delle rendite, che forniscono a vita un flusso di reddito garantito. Le rendite possono offrire tranquillità e contribuire a mantenere una fonte stabile di fondi per tutta la durata della pensione. Questi sono solo alcuni esempi di strategie di reddito pensionistico.

Ho un paio di esempi interessanti da esaminare, ma in questa occasione vorrei concentrarmi sugli HNWI, che non abbiamo trattato finora. Abbiamo parlato di pianificazione previdenziale. Tuttavia, in riferimento ad alcune delle cose che ho indicato prima, è vero che gli HNWI a volte non vivono del flusso di reddito da un datore di lavoro, sono il datore di lavoro.

Per questo potrebbe dover pensare alla pianificazione previdenziale per la propria azienda, per i propri dirigenti chiave. Forse avete sentito parlare del concetto di assicurazione Key Man. Non si sta parlando di pianificazione dei clienti o previdenziale, ma di continuità aziendale, di protezione aziendale. Per questo in passato abbiamo parlato con i singoli, soprattutto con coloro che hanno aziende in giurisdizioni diverse, magari in cui i piani statali o per i collaboratori non sono sufficienti o non sono disponibili. In questo caso, questi individui potrebbero optare per una soluzione privata di pianificazione previdenziale per le loro aziende.

Con questa soluzione è anche possibile, ad esempio, attrarre bravi dirigenti che in una circostanza normale probabilmente non si sarebbero trasferiti con la famiglia o non si sarebbero uniti a un’azienda in un’altra parte del mondo. Può anche fungere da piano di sostituzione del reddito o di risparmio per i collaboratori chiave, perché, ad esempio, se questi firmano per rimanere in azienda fino alla pensione, questi piani possono essere riscattati e quindi pagati come fringe benefit. Si tratta quindi di una soluzione molto valida e interessante per i collaboratori chiave. Per le persone facoltose, come ho detto prima, è una soluzione molto interessante per attrarre e trattenere persone valide e garantire la continuità dell’attività.

Gaetano, forniamo agli ascoltatori un paio di conclusioni chiare sui contenuti che abbiamo discusso. Ha qualche spunto sul patrimonio che spera che gli ascoltatori ricordino in tema di pianificazione previdenziale?

Gaetano: Sì, direi che ho un paio di spunti da offrire, e sono molto semplici. Il primo è: iniziare a pianificare il prima possibile. Non aspettare. L’elemento composto dell’investimento è più elevato e si ha più tempo a disposizione per effettuare eventuali aggiustamenti. Quindi iniziate presto a pianificare.

Il secondo è: essere chiari sulle proprie ambizioni. Quindi sedetevi, pensate a ciò che conta davvero per voi e ricordate che non avete solo beni finanziari da considerare, ma anche beni intellettuali e umani: i beni intellettuali sono l’esperienza e le conoscenze che volete trasmettere, mentre i beni umani sono i vostri cari, la vostra famiglia, i vostri hobby e così via. Quindi, pensate a tutte queste cose e siate chiari su quali sono le vostre ambizioni.

E, cosa molto importante, definite la vostra strategia e condividetela con la vostra famiglia, le persone che vi staranno accanto durante la pensione. L’ultimo punto è quello di farsi assistere da un professionista. Ci sono diversi aspetti da tenere in considerazione, da quelli legali a quelli normativi e fiscali; per questo è necessario che un professionista esperto vi assista in questo percorso.

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