Sono stati 12 mesi difficili per la nostra allocazione strategica in azioni cinesi. Naturalmente, la sottoperformance a breve termine ci racconta soltanto una parte della storia, tuttavia non è mai stata il fattore determinante, se si considera lo scenario storico per la classe di investimento – come evidenziato nella nostra ultima Prospettiva secolare 2022.

Negli ultimi cinque anni, ossia da quando abbiamo innalzato le azioni cinesi allo status di allocazione autonoma, questi titoli hanno effettivamente registrato una sovraperformance soltanto due anni e quest’anno sono di nuovo in difficoltà.

Cambiare la nostra prospettiva – due fattori in gioco
Erano sostanzialmente due i fattori principali su cui, fino a poco tempo fa, si basava la nostra convinzione che le azioni cinesi, così come altri strumenti cinesi quali i titoli di Stato, sarebbero salite di livello fino a diventare una classe di investimento fondamentale nei portafogli diversificati a livello globale.

  • Il primo era l’evidente potenziale della Cina di arrivare a livelli di innovazione tecnologica e redditività aziendale in precedenza raggiunti soltanto dagli Stati Uniti.
  • Il secondo erano i crescenti vantaggi garantiti dalla diversificazione in un mondo bipolare in cui Stati Uniti e Cina sono i leader dell’economia globale ma in ecosistemi economici, finanziari e tecnologici sostanzialmente diversi.

Dalla Silicon Valley alla prosperità comune
All’inizio di luglio 2021, le autorità di regolamentazione statali hanno definitivamente messo al bando una delle principali app di noleggio con conducente della Cina a seguito della sua offerta pubblica iniziale negli Stati Uniti, adducendo come motivazione i timori per la sicurezza dei dati. Verso la fine dello stesso mese, le piattaforme di istruzione private sono state costrette a convertirsi in associazioni senza scopo di lucro.

Il controllo delle grandi società informatiche e dei loro crescenti poteri monopolistici era in aumento da mesi, ma la portata delle misure applicate e il conseguente giro di vite normativo sul settore Internet in generale hanno reso molto chiaro che il modello di crescita aziendale statunitense non era più benvenuto. Il partito di governo ha anzi spostato la sua strategia verso la «prosperità comune», con l’obiettivo di affrontare le crescenti disuguaglianze del Paese e costruire una rete di sicurezza sociale.

Siamo entrati nel 2022 continuando a sostenere il potenziale degli attivi cinesi di svolgere un ruolo strategico cruciale nei portafogli, dato il loro secondo importante vantaggio, la diversificazione. Purtroppo non abbiamo dovuto attendere a lungo prima che lo shock geopolitico successivo ribaltasse la nostra prospettiva secolare sulla Cina.

Dal beneficio della diversificazione al rischio di confisca
Sarebbe difficile sopravvalutare le conseguenze geopolitiche, economiche e finanziarie dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia il 24 febbraio 2022. La guerra stessa è già uno shock sufficientemente grande, ma la forte convergenza dei governi occidentali e dei loro settori societari su misure volte a punire il governo russo è assolutamente senza precedenti.

Tutto questo indica un forte cambiamento nelle strategie geopolitiche ed economiche statunitensi ed europee per il futuro, tra cui un uso sempre più deciso delle relazioni finanziarie, commerciali ed economiche come “armi”, nonché la diversificazione e l’onshoring delle risorse chiave – in particolare nei settori dell’energia, degli alimenti, della difesa e della tecnologia.

Queste spade di Damocle incombono pericolosamente sull’economia cinese e sui suoi mercati dei capitali. In effetti, non solo la Cina è probabilmente il più grande vincitore delle tendenze di globalizzazione e finanziarizzazione dell’era neoliberale, ma la posta in gioco di un confronto strategico con gli Stati Uniti è appena diventata molto più alta.

Cina – non più una classe di investimento fondamentale
Qualsiasi diversificazione strategica comporta il costo di una marcata revisione al ribasso del valore degli investimenti da parte di autorità politiche e di regolamentazione occidentali in caso di peggioramento delle relazioni diplomatiche.

Abbiamo pertanto deciso di aggiornare la nostra Prospettiva secolare e di porre fine alla nostra previsione sulle azioni cinesi, durata cinque anni, secondo cui questi titoli sarebbero ascesi allo status di classe di investimento fondamentale.

In futuro, non prevediamo che questa classe di investimento diventi un’allocazione autonoma e dedicata all’interno delle nostre reti strategiche. Crediamo invece che il suo scenario di investimento sia meglio classificabile come rientrante nel più ampio complesso degli investimenti nella regione asiatica, Giappone escluso.

In sintesi, il mercato azionario cinese rimane investibile, ma non garantisce più un’allocazione strategica specifica per effetto di rendimenti attesi più elevati o di migliori caratteristiche di diversificazione. Ciò, tuttavia, non esclude la possibilità che si possano cogliere future opportunità tattiche o tematiche sul mercato cinese.

Contattateci