Giro d’orizzonte
Ora che le prospettive economiche cominciano a migliorare, si osserva un accumulo di divergenze regionali in termini di momentum economico, dinamiche inflattive e politica monetaria, che creano opportunità interessanti in tutte le classi di attività.
Le azioni dovrebbero continuare a essere sostenute da tendenze macroeconomiche favorevoli e dalla crescita degli utili. Il favorevole scenario d’investimento dovrebbe rendere temporanee eventuali correzioni e creare opportunità d’impiego del capitale. Gli investitori obbligazionari devono essere più agili e tattici, concentrandosi su obbligazioni societarie di qualità.
La ripresa ciclica continua
Da inizio anno nell’economia sono emerse tendenze divergenti, per lo più su base regionale, con una forte crescita negli Stati Uniti e una crescita in lieve contrazione negli altri mercati sviluppati. Per il resto del 2024 e per il 2025 prevediamo un ulteriore rafforzamento della nascente ripresa globale, trainata dalla crescita ancora robusta degli Stati Uniti, dal fatto che la Cina sta contrastando sempre più la crisi immobiliare con misure di sostegno al settore industriale e dall’inversione di tendenza dei cicli globali della tecnologia dell’informazione e delle merci.
Prevediamo che la ripresa globale sarà particolarmente vantaggiosa per le economie europee e asiatiche orientate all’esportazione, soprattutto per la Cina. Poiché il contesto macroeconomico e di mercato rimarrà probabilmente positivo, rimaniamo investiti e riteniamo che eventuali correzioni del mercato saranno temporanee e creeranno opportunità in tutte le classi di attività.
L’inflazione è in calo nella maggior parte delle regioni
La divergenza dell’attività economica mondiale ha influenzato l’andamento dell’inflazione in modo diverso da regione a regione. Negli Stati Uniti il processo di disinflazione si è rivelato più accidentato del previsto, ma prosegue, anche se a un ritmo più lento rispetto a quello dell’eurozona. Le banche centrali, che hanno inasprito la politica monetaria all’unisono per frenare l’impennata inflazionistica durante la pandemia da Covid-19, seguiranno probabilmente strade diverse nel tagliare i tassi d’interesse. La Federal Reserve statunitense si trova di fronte a una decisione difficile sulla tempistica appropriata per i primi tagli dei tassi, dato l’impatto limitato della stretta monetaria e l’incertezza sulla futura traiettoria del processo di disinflazione.
Prevediamo un primo taglio entro fine anno negli USA. Nell’eurozona, invece, il processo di disinflazione è ben avviato e giustifica l’inizio anticipato del ciclo di riduzione dei tassi da parte della Banca centrale europea.
Valute – l’USD dovrebbe rimanere nel suo intervallo nel 2024
I tassi d’interesse persistentemente alti negli Stati Uniti dovrebbero rendere temporanee (fino alle elezioni a novembre) eventuali debolezze dell’USD, nonostante la ripresa ciclica dell’economia globale. I rendimenti più elevati, il rinvio dei tagli dei tassi d’interesse e la superiorità ciclica dell’economia statunitense depongono a favore dell’USD per ora. Inoltre, è probabile che gli elevati rischi geopolitici determinino intermittenti episodi di volatilità nei mercati finanziari, favorendo le valute rifugio come l’USD e il CHF. Ciò renderà difficile un apprezzamento duraturo delle valute cicliche, come l’EUR e l’AUD, prima che l’incertezza sulle elezioni statunitensi possa influire negativamente sull’USD e la ripresa ciclica prenda piede.
Azioni – optare per i ciclici
I trend macroeconomici positivi e la crescita degli utili dovrebbero continuare a essere i fattori chiave per una performance positiva delle azioni. Tuttavia, negli anni in cui avvengono le elezioni negli Stati Uniti, la volatilità azionaria tende ad aumentare verso metà anno, il che dovrebbe offrire agli investitori l’opportunità di allocare il capitale in segmenti ciclici del mercato che potrebbero beneficiare della prevista ripresa economica globale, tra cui le mid cap di qualità, i titoli industriali e giapponesi.
Obbligazioni – essere agili e tattici
Negli ultimi quattro anni il mondo è cambiato per gli investitori obbligazionari: i massicci stimoli fiscali hanno aumentato notevolmente l’offerta di titoli di Stato. Poiché le banche centrali non sono più gli acquirenti di ultima istanza, l’offerta (eccessiva) di titoli di Stato si tradurrà probabilmente in rendimenti elevati a lungo, anche se in presenza di forti oscillazioni. Gli investitori dovranno diventare più agili e tattici. Nel nuovo contesto, tuttavia, «le obbligazioni saranno di nuovo obbligazioni», acquisendo nuovamente il ruolo di generatori di reddito e di diversificatori in un portafoglio multi-asset.
Materie prime – la rinascita dell’oro
Mentre gli elevati tassi d’interesse determinano un elevato costo opportunità tra chi in Occidente detiene oro perché in cerca di beni rifugio, la strumentalizzazione del sistema finanziario centralizzato da parte dei governi occidentali per sanzionare certi Paesi ha indotto gli investitori non occidentali a cercare attività al di fuori della portata di potenziali sanzioni. Ciò ha migliorato notevolmente il profilo rischio/rendimento dell’oro, rendendolo non solo un efficiente fattore di diversificazione in un portafoglio multi-asset, ma anche una copertura contro il rischio sistemico esogeno in un mondo multipolare.
Cosa significa per noi investitori?
La ripresa del commercio globale sta sostenendo le economie europee e asiatiche, in particolare quella cinese, mentre la crescita degli Stati Uniti continua a essere più forte grazie alla solidità dei consumi e degli investimenti. Ora è il momento giusto per rimanere investiti perché riteniamo che qualsiasi correzione non sia destinata a durare e crei persino delle opportunità.
Chi investe in azioni dovrebbe ora considerare di aumentare la propria esposizione ai titoli ciclici. Naturalmente, anche le obbligazioni devono far parte di ogni portafoglio – ma agite sempre con tempismo e flessibilità.
Dal punto di vista del portafoglio, l’oro rimane una copertura contro i rischi sistemici dei mercati finanziari e contro un’ulteriore strumentalizzazione del dollaro USA nei conflitti geopolitici.